In base all’età di diagnosi ed alle manifestazioni cliniche, sono state classificate sei diverse forme di ipofosfatasia:

1. Perinatale (OMIM #241500): che si manifesta già a livello fetale ed ha ereditarietà autosomica recessiva ed è una forma letale. Caratterizzata da grave carenza di mineralizzazione generalizzata dello scheletro e dei tessuti calcificati e da deformazioni ossee gravi. La morte sopraggiunge per complicanze respiratorie alla nascita, dovute al rachitismo della gabbia toracica e ai polmoni scarsamente sviluppati.

2. Prenatale benigna (OMIM #241510): si manifesta già a livello fetale ed ha ereditarietà autosomica dominante. I sintomi appaiono nel secondo trimestre della gravidanza, quando il feto mostra una lunghezza ridotta e incurvatura delle ossa lunghe. Queste deformità scheletriche però tendono a regredire spontaneamente nel terzo trimestre di gravidanza e i difetti ossei si migliorano subito dopo la nascita.

3. Neonatale (OMIM #241500): si manifesta nei primi sei mesi di vita ed ha ereditarietà autosomica recessiva, è mortale nel 50-90% dei casi. Mostra una grave e diffusa carenza di mineralizzazione dello scheletro, fratture da fragilità (per esempio fratture delle costole), saldatura prematura delle suture craniche (craniosinostosi), aumentata pressione intracranica, rachitismo, complicanze respiratorie, inadeguata crescita di peso causata da vomito, anoressia, difficoltà di deglutizione e scarsa nutrizione, irritabilità, ipercalcemia, ipercalciuria, nefrocalcinosi, ed epilessia responsiva alla vitamina B6. Anche in questo caso la principale causa di morte sono i problemi respiratori dovuti al rachitismo della gabbia toracica ed alle fratture costali.

4. Infantile (OMIM #241510): insorge dopo i 6 mesi di età ed ha ereditarietà usualmente autosomica recessiva, anche se è possibile in casi sia trasmessa con ereditarietà autosomica dominante. Si manifesta con una scarsa mineralizzazione dei tessuti calcificati, deformità scheletriche diffuse, bassa statura, dolicocefalia (cranio allungato), lassità articolari, dolori osteoarticolari (soprattutto alle estremità), fratture da fragilità, perdita prematura dei denti di latte (prima dei 5 anni), andatura a base allargata, ritardo nella crescita e nella deambulazione, ipotonia muscolare, ed aumentata pressione intracranica. L’insorgenza dei sintomi avviene generalmente prima dei 5 anni, con una grande variabilità di manifestazioni, diverse tanto per tipo quanto per gravità. Generalmente si assiste ad un miglioramento del quadro clinico nella pubertà, salvo poi avere un nuovo aggravamento in età adulta.

5. Dell’età adulta (OMIM #146300): i sintomi si manifestano di solito in età adulta (in molti casi oltre i 40-50 anni di età) anche se alcuni pazienti hanno sofferto di lieve rachitismo anche durante l’infanzia (con ritardo nel consolidamento delle fratture e perdita prematura dei denti di latte), periodo a cui è seguito però uno stato di buona salute. L’ereditarietà può essere autosomica recessiva o autosomica dominante. Si manifesta con sintomi molto variabili che possono essere osteomalacia, osteoartrite, condrocalcinosi, osteoporosi, dolori articolari, pseudo-fratture da stress di metatarso e tibia, fratture atipiche di femore da fragilità (monolaterali o bilaterali), ridotto e lento consolidamento delle fratture, carie ricorrenti, perdita prematura dei denti permanenti (40-60 anni d’età), miopatia, stanchezza, nefrocalcinosi, calcoli renali, insonnia, ansia, e depressione.

6. Odonto-ipofosfatasia (OMIM #146300): insorge durante l’infanzia con ereditarietà che può essere autosomica recessiva o autosomica dominante Colpisce solo i denti e non le ossa ed è caratterizzata da una esfoliazione prematura dei denti decidui (principalmente gli incisivi), gravi carie ricorrenti, ridotto spessore della dentina, allargamento della cavità che contiene la polpa dentaria, e perdita prematura dei denti decidui e permanenti.