L’indicatore fondamentale per la diagnosi di ipofosfatasia è la fosfatasi alcalina (ALP) totale, che nei pazienti affetti da ipofosfatasia risulta molto ridotta. Se i di valori di questo enzima sono al di sotto della norma (LLN), sarebbe opportuno un approfondimento per capire le cause, compresa la possibilità che ci si trovi di fronte a un soggetto potenzialmente affetto da ipofosfatasia.

Le forme prenatali sono di solito diagnosticate mediante studio radiologico e ultrasonografico dello scheletro durante il secondo trimestre di gravidanza, quando si siano riscontrate delle anomalie: ossa asimmetriche, eccesso di liquido amniotico (polidramnios), ridotta mineralizzazione generalizzata dello scheletro (in particolare delle ossa craniche e delle vertebre), arti di lunghezza inferiore al normale, nanismo e ossa lunghe incurvate. Gli esami permettono di distinguere l’ipofosfatasia dall’osteogenesi imperfetta o da altre forme congenite di nanismo. La diagnosi può anche prevedere il dosaggio dei livelli di fosfatasi alcalina (ALP) nel sangue del cordone ombelicale.

Per le altre forme di ipofosfatasia la diagnosi è sempre il risultato di esami specifici, uniti ad analisi strumentali dello scheletro e a una visita medica specialistica per il riscontro dei sintomi della patologia. Un test genetico è importante per caratterizzare l’origine genetica della malattia e può essere di aiuto in casi dubbi o in cui gli altri esami non confermino con certezza la presenza della patologia.

Gli esami da fare per rivelare o confermare la presenza di Ipofosfatasia sono:

Esami biochimici: 1) dosaggio dei livelli serici di fosfatasi alcalina totale, 2) dosaggio dei livelli plasmatici di piridossalfosfato (PLP), forma attivante della vitamina B6 3) dosaggio della fosfoetanolamina urinaria (PEA), 4) dosaggio del pirofosfato inorganico (PPi) urinario.

Esami strumentali: 1) radiografia dello scheletro per la valutazione dell’ipomineralizzazione e delle deformità scheletriche e/o pseudo-fratture tipiche della patologia, 2) risonanza magnetica nucleare per valutare cambiamenti nella struttura ossea e segni di infiammazione muscolo-scheletrica, 3) valutazione dei livelli di BMD (nelle forme adulte).

Visita medica: storia clinica, riscontro delle manifestazioni cliniche associate alla patologia

Screening mutazionale del gene ALPL: è un test necessario per confermare l’ipofosfatasia quando i dati biochimici e clinici non sono sufficientemente chiari. Consente di distinguere l’ipofosfatasia da altre patologie ossee, come ad esempio l’osteogenesi imperfetta, che possono presentare sintomi clinici simili.

L’esame per la valutazione della fosfatasi alcalina (TNSALP)è utile anche per diagnosticare altre patologie diverse dall’ipofosfatasia, ma che si manifestano con sintomi simili:

TNSALP Patologie associate
Bassa Ipofosfatasia
Normale Osteogenesi imperfetta
Alta Rachitismo da deficit nutrizionaleIpofosfatemia X-linked

Morbo di Paget

Fratture con consolidamento